Il profumo di casa

Il primo senso è l’olfatto.
Inutile fare finta che “va bene lo stesso”.

Va bene solo se in quel luogo ci devi stare poco tempo, perché è l’odore che fa scegliere, è l’odore che fa scappare, è l’odore che fa restare. Stare è una scelta che attraversa le sensazioni, non le opportunità.

Allora mentre scegliamo i pavimenti, i rivestimenti, le tonalità – chiare perché danno luce o più scure perché riposanti – o le tende, non dobbiamo dimenticare che alla fine, sì alla fine, la prima cosa che ricordiamo di un ambiente è “il profumo di casa”, soprattutto se si tratta della nostra prima casa o della nostra casa preferita.

Quel profumo che non si lega a un ricordo preciso, che non riporta a nulla oggettivamente parlando, ma che è l’essenza, e talvolta anche un po’ l’assenza, delle cose.
Quella fragranza che hai sempre il desiderio di ri-odorare. Ancora, ancora e ancora una volta! Perché non ti riempie mai abbastanza… ecco sceglila!

Una fragranza agrumata per ambienti dove il calore lo condividi con un camino.
Una fragranza ambrata per ambienti dove il plaid e i cuscini la fanno da padrone.
Una fragranza dal sapor di cioccolato, fava tonka e patchouli se il colore della terra prevale nel tuo living.
Una fragranza dal profumo di mare se hai l’onore di guardare fuori e gustarti granelli di sabbia e sale.
Una fragranza fiorata? Per quella c’é tempo!

 

Questione di pelle: si traduce in queste tre parole il piacere di stare.

E allora insieme alle fragranze più comuni, che tendono a uniformare la scelta, perché non rimanere su essenze naturali più piacevolmente invitanti e coinvolgenti. In un ambiente che si veste di materia, la personalità più forte e ingombrante è lasciata allo spazio che la fragranza accentua… a voi la scelta!

Arch. Silvia Baroni