Ma il legno, questo materiale deformabile, lucidabile, graffiabile ma affabile, lo vogliamo amare e non temere? Amiamo e sogniamo il parquet e pensiamo che sia un materiale per chi ha tempo, per chi non ha figli, né gatti né cani. Perché si segna, perché se cade qualcosa si ammacca o magari si macchia definitivamente. E se si rompe una tubazione? E chissà quanto costa…lo metto solo nelle camere perché ci vado di sera scalza…non è vero che il legno è…il legno è semplicemente vero!
Alla base di tutte le considerazioni c’è la cura per le cose e la cura per la casa. Il parquet è un materiale vivo, irregolare, opaco, e musicale… Lui parla quando ci cammini sopra, flotta leggermente, scalda il tuo cammino fino all’anima…quando lo vivi per anni dentro la tua casa. Lui invecchia con te…come la bellezza del tempo degli alberi… sempre meno lisci, sempre più rugosi, ma sempre più articolati e maestosi.
Cosi è lui, il parquet. L’abbiamo pettinato per anni e lo abbiamo lucidato alla ricerca di una naturalità che era totalmente artificiale, quasi pop, perché riportare tutto alla nostra normale conoscenza è più facile…sembra ceramica così…lucido e pulito.
Oggi gli stiamo chiedendo scusa. Lo accettiamo, a grandi listoni nodosi e un po’ ruvidi… Lo trattiamo a cera naturale per non costruire riflessi inutili… ne pettiniamo i nodi, le rughe, giochiamo con lui e prendiamo di lui il profilo migliore. Ce lo possiamo permettere perché lui non si spezza, non si raffredda e sta bene con tutto come un “abito blu” (cit.).
Buona scelta!
Arch. Silvia Baroni