Sfogliando riviste di architettura, vedo cucine perfette, living open space con divani modulari che invitano al benessere e alla convivialità, ma guardando ai progetti reali, quelli che sto elaborando, incontro spazi minimi e soprattutto in ‘non spazi’ inutilizzati, da trasformare.
Come faccio a rendere grande uno spazio minimale?
Sono molteplici le soluzioni che possono costruire uno spazio nuovo e più versatile. In alcuni casi, bastano giochi prospettici o cromatici per far credere allo sguardo che in casa ci sia qualche metro in più.
La costruzione di nuove prospettive, come studiava già Raffaello, è stato l’obiettivo principale a cui noi architetti aspiriamo da sempre.
Illudere per credere… Nel quotidiano tutto cambia scala e dobbiamo fare i conti con i piccoli spazi o ancora con spazi grandi ma da ridisegnare per renderli nuovi versatili e accoglienti.
Nicchie e mobili a scomparsa.
Non sono i giochi di un cartongessista, sono astuzie consapevoli del progettista studiate per non interrompere troppo lo spazio, creando piccole quinte che diventeranno spazi fantasma di capacità impensate.
Così un ingresso lungo e stretto si può caratterizzare costruendo un piccolo ripostiglio, un gioco di librerie, una nicchia porta oggetti. Giocando con i colori possiamo trasformare un problema in una opportunità.
Un open space, che all’apparenza sembra troppo essenziale per farci stare tutti i mobili che servono, può essere ottimizzato costruendo controsoffitti e pareti d’appoggio, che aiutino a coordinare elementi d’arredo esistenti, dandogli nuovo interesse.
Aggiungendo un tocco di colore o un rivestimento di materiale innovativo, ecco che quel luogo bianco diventa un quadro tridimensionale. Il progetto, costruito da un professionista, ha questo scopo: risolvere un problema di spazio e a volte un problema di percezione.


Arch. Silvia Baroni