Complementi indispensabili - Arredo bagno
Scegliere l’arredo è una questione complessa!
Scegliere l’arredo è questione complessa. Il primo sguardo cade sul prezzo.
Perché come sempre alla fine delle parole rimangono i fatti e rifare il bagno ha un costo che diventa importante se scegli “bene”.
Il bagno è pavimento, rivestimento e impianti, che oggi diventano scelte semplici, perché le aziende offrono prodotti di altissima qualità senza farci scendere a compromessi economici importanti.
L’accento però lo appoggio invece sul prodotto che non si sceglie con altrettanta cura, ma che diventa “il prodotto più usato della nostra stanza da bagno”: il complemento d’arredo.
"La stanza da bagno si racconta nella storia come il luogo di lusso che solo a partire dai primi del 900 permetteva vapori calore e teli di lino come padroni e protagonisti. Chi se lo poteva permettere lo costruiva con materiali pregiati perché l’ambiente umido di quella stanza favoriva il benessere o il malessere se non costruito adeguatamente, e pitture murali e decori per essere adeguatamente arricchito di ornamenti, in quanto luogo di piacere."
- Storia della pulizia e della sporcizia del corpo, di Katherine Ashemburg
Oggi è talmente ovvio avere il bagno che basta metterci un mobile.
Le aziende propongono prodotti che rispondono a tre parametri fondamentali affinché la scelta sia “definitiva” e duratura:
1) Qualità del materiale
2) Elasticità formale affinché si adatti agli ambienti sempre più esigenti per dimensioni e per multifunzionalità degli spazi
3) Rapporto qualità-prezzo
Cassettiere e moduli sospesi sono necessari e comunque sono sempre i miei preferiti, o almeno la scelta che farei quando ci confrontiamo con uno spazio minimale dove le aperture e gli spostamenti sono funzionali e non concedono svago, ma sono meno capienti di un mobile con capacità fino a terra.
Nicchie, ante ed elementi in appoggio a terra diventano una proposta interessante quando abbiamo superfici ampie da gestire e ci possiamo permettere di riempire una parete lasciando rigorosamente libere le altre.
L’equilibrio risiede nella capacità di scegliere, ancora prima di posare la prima mattonella… un ragionamento che ci porterà inevitabilmente a fare scelte mirate e a spendere complessivamente meno e meglio.
ARCHEDA e MOAB80 sono alcune delle aziende a cui ci affidiamo, in quanto rispondono, per proposta formale e compositiva, alle richieste del progettista e alle esigenze di chi vuole la Stanza da bagno.
Arch. Silvia Baroni
Fragranze
Il profumo di casa
Il primo senso è l’olfatto.
Inutile fare finta che “va bene lo stesso”.
Va bene solo se in quel luogo ci devi stare poco tempo, perché è l’odore che fa scegliere, è l’odore che fa scappare, è l’odore che fa restare. Stare è una scelta che attraversa le sensazioni, non le opportunità.
Allora mentre scegliamo i pavimenti, i rivestimenti, le tonalità - chiare perché danno luce o più scure perché riposanti - o le tende, non dobbiamo dimenticare che alla fine, sì alla fine, la prima cosa che ricordiamo di un ambiente è “il profumo di casa”, soprattutto se si tratta della nostra prima casa o della nostra casa preferita.
Quel profumo che non si lega a un ricordo preciso, che non riporta a nulla oggettivamente parlando, ma che è l’essenza, e talvolta anche un po’ l’assenza, delle cose.
Quella fragranza che hai sempre il desiderio di ri-odorare. Ancora, ancora e ancora una volta! Perché non ti riempie mai abbastanza… ecco sceglila!
Una fragranza agrumata per ambienti dove il calore lo condividi con un camino.
Una fragranza ambrata per ambienti dove il plaid e i cuscini la fanno da padrone.
Una fragranza dal sapor di cioccolato, fava tonka e patchouli se il colore della terra prevale nel tuo living.
Una fragranza dal profumo di mare se hai l’onore di guardare fuori e gustarti granelli di sabbia e sale.
Una fragranza fiorata? Per quella c’é tempo!
Questione di pelle: si traduce in queste tre parole il piacere di stare.
E allora insieme alle fragranze più comuni, che tendono a uniformare la scelta, perché non rimanere su essenze naturali più piacevolmente invitanti e coinvolgenti. In un ambiente che si veste di materia, la personalità più forte e ingombrante è lasciata allo spazio che la fragranza accentua… a voi la scelta!
Arch. Silvia Baroni
Parliamo di carte da parati
La carta da parati oggi: un grande quadro su misura in cui il tuo spazio diventa cornice
È certamente un nuovo punto di vista. È certamente un ritrovato modo di vestire lo spazio.
È da sempre l’ABC dell’eleganza.
Negli ultimi anni, è un viaggio che noi progettisti proviamo a percorrere spesso con il cliente. Le sue esigenze ci hanno portato a cercare un modo nuovo per allestire lo spazio, spesso troppo essenziale o troppo grande, in modo fintamente nuovo.
Se per lui quello spazio rappresenta il solito corridoio, la solita stanza living che manca di personalità, che rimane sempre la stessa… se quello spazio risponde a tutti questi limiti, allora è il cliente perfetto con cui osare!
La carta da parati oggi: un grande quadro su misura in cui il tuo spazio diventa cornice.
La tappezzeria veste, decora, arricchisce e distoglie lo sguardo dall’arredamento. Per arredare meno, per arredare meglio e con un criterio differente.
Il progettista è in grado di costruire il luogo perfetto coordinando i limiti dello spazio vitale e le opportunità che l’esperienza commerciale propone.
La carta da parati è un prodotto a portata di tutti coloro che vogliono investire su un’emozione.
E si sa, l’emozione spesso deriva da scelte futili… ma proprio per questo estremamente utili.
Presso lo showroom puoi visionare i campioni di carte da parati firmati Glamora, Jannelli e Volpi, Styl'Editions.
Ti aspettiamo!
Arch. Silvia Baroni
Piccoli spazi grandi aspettative
Sfogliando riviste di architettura, vedo cucine perfette, living open space con divani modulari che invitano al benessere e alla convivialità, ma guardando ai progetti reali, quelli che sto elaborando, incontro spazi minimi e soprattutto in ‘non spazi’ inutilizzati, da trasformare.
Come faccio a rendere grande uno spazio minimale?
Sono molteplici le soluzioni che possono costruire uno spazio nuovo e più versatile. In alcuni casi, bastano giochi prospettici o cromatici per far credere allo sguardo che in casa ci sia qualche metro in più.
La costruzione di nuove prospettive, come studiava già Raffaello, è stato l’obiettivo principale a cui noi architetti aspiriamo da sempre.
Illudere per credere… Nel quotidiano tutto cambia scala e dobbiamo fare i conti con i piccoli spazi o ancora con spazi grandi ma da ridisegnare per renderli nuovi versatili e accoglienti.
Nicchie e mobili a scomparsa.
Non sono i giochi di un cartongessista, sono astuzie consapevoli del progettista studiate per non interrompere troppo lo spazio, creando piccole quinte che diventeranno spazi fantasma di capacità impensate.
Così un ingresso lungo e stretto si può caratterizzare costruendo un piccolo ripostiglio, un gioco di librerie, una nicchia porta oggetti. Giocando con i colori possiamo trasformare un problema in una opportunità.
Un open space, che all’apparenza sembra troppo essenziale per farci stare tutti i mobili che servono, può essere ottimizzato costruendo controsoffitti e pareti d’appoggio, che aiutino a coordinare elementi d’arredo esistenti, dandogli nuovo interesse.
Aggiungendo un tocco di colore o un rivestimento di materiale innovativo, ecco che quel luogo bianco diventa un quadro tridimensionale. Il progetto, costruito da un professionista, ha questo scopo: risolvere un problema di spazio e a volte un problema di percezione.
Arch. Silvia Baroni
Non è vero che il legno…
Ma il legno, questo materiale deformabile, lucidabile, graffiabile ma affabile, lo vogliamo amare e non temere? Amiamo e sogniamo il parquet e pensiamo che sia un materiale per chi ha tempo, per chi non ha figli, né gatti né cani. Perché si segna, perché se cade qualcosa si ammacca o magari si macchia definitivamente. E se si rompe una tubazione? E chissà quanto costa…lo metto solo nelle camere perché ci vado di sera scalza…non è vero che il legno è…il legno è semplicemente vero!
Alla base di tutte le considerazioni c’è la cura per le cose e la cura per la casa. Il parquet è un materiale vivo, irregolare, opaco, e musicale… Lui parla quando ci cammini sopra, flotta leggermente, scalda il tuo cammino fino all’anima…quando lo vivi per anni dentro la tua casa. Lui invecchia con te…come la bellezza del tempo degli alberi… sempre meno lisci, sempre più rugosi, ma sempre più articolati e maestosi.
Cosi è lui, il parquet. L’abbiamo pettinato per anni e lo abbiamo lucidato alla ricerca di una naturalità che era totalmente artificiale, quasi pop, perché riportare tutto alla nostra normale conoscenza è più facile…sembra ceramica così…lucido e pulito.
Oggi gli stiamo chiedendo scusa. Lo accettiamo, a grandi listoni nodosi e un po’ ruvidi… Lo trattiamo a cera naturale per non costruire riflessi inutili… ne pettiniamo i nodi, le rughe, giochiamo con lui e prendiamo di lui il profilo migliore. Ce lo possiamo permettere perché lui non si spezza, non si raffredda e sta bene con tutto come un “abito blu” (cit.).
Buona scelta!
Arch. Silvia Baroni